IL PICCIONE, LA FARFALLA E L’ECOLOGIA IN CITTÀ


La prima azione di ecologia urbana al mondo è avvenuta in Italia durante il Medio Evo. Dalle alte scogliere marine che corrono lungo il perimetro del nostro Paese, sono stati prelevati numerosi uccelli che vivevano in anfratti tra le rocce. I volatili vennero liberati nelle città preventivamente progettate a loro immagine e somiglianza: le torri e i palazzi prevedevano sempre dei buchi facili da colonizzare e nel quale costruire un nido sicuro. Si trattava della Colomba fulva, l’antenato del nostro piccione. Lo scopo di questa introduzione è intuitiva: fornire delle proteine animali ai cittadini in caso di carenza di cibo oppure quando la città era sotto assedio. In quest’ultimo caso, dato che il reperimento dei prodotti dalla campagna era impossibile, ci si arrangiava con i piccioni.
Con il passare del tempo, la funzione originaria del colombo si è persa anche se la sua capacità di adattarsi alle “scogliere” cittadine è rimasta invariata. Anzi, le pareti verticali dei palazzi sono diventati il loro luogo elettivo e i piccioni hanno abbandonato la loro vita marina per insediarsi in città. E se è vero che tutte le strade portano a Roma è vero anche il contrario e i piccioni sono partiti dall’Italia e ora vivono in tutte le città del mondo. Ebbene, quello che è stato fatto durante i secoli buoi potremmo replicarlo in chiave moderna e conforme a questo luminoso inizio di nuovo millennio: al posto dei piccioni potremmo accogliere, tra le strade affollate, le figlie del sole, le perle colorate che prendono il nome di farfalle. Come?
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