GESTIRE L’ANGOLO VERDE CON LA LOTTA BIOLOGICA: GLI AFIDI


L’ecosistema è l’insieme delle relazioni intercorrenti tra le specie e il loro ambiente. Da milioni di anni gli esseri viventi interagiscono e comunicano tra di loro creando una rete intricata di voci che corrono veloci nel giardino, nel parco e in ogni luogo dove risiede la natura.

La lotta biologica cerca di interpretare il linguaggio della natura e di indirizzarlo verso la difesa delle piante coltivate. Eugea, ex spin off dell’Università di Bologna, ha tradotto queste tecniche a favore del cittadino.

Prima di parlare delle tecniche di lotta biologica vorrei presentare i principali insetti dannosi alla nostre piante da balcone: gli afidi.

Questi insetti così diffusi hanno una dieta che consiste esclusivamente nella linfa elaborata delle piante: un liquido molto zuccherino usato dai vegetali per distribuire il frutto della fotosintesi clorofilliana. Sono, in altre parole, dei piccoli vampiri vegetariani.

Se da una parte questo tipo di alimentazione ha dei vantaggi dall’altra nasconde degli aspetti negativi. Il primo vantaggio è relativo all’abbondanza di cibo ricco di calorie. Tutte le piante hanno la linfa elaborata e quindi è piuttosto facile, per questi insetti, reperire il loro alimento. Lo svantaggio è connesso allo scarso quantitativo proteico della linfa elaborata. Per soddisfare il loro fabbisogno azotato, gli afidi devono quindi suggere un quantitativo di liquido estremamente elevato. La cosa pone diversi problemi. Gli afidi, per esempio, trascorrono la loro intera esistenza fermi a succhiare la linfa elaborata e quindi sono alla mercé di tanti predatori. Per questo motivo hanno una elevata fertilità che ottengono eliminando – quasi – completamente il genere maschile. In pratica l’intera popolazione degli afidi è composto da individui femminili in grado di generare figli. E non solo, questi insetti presentano l’inscatolamento delle generazioni: la piccola afide, quando nasce (gli afidi partoriscono, caso quasi unico nel mondo degli insetti) è già incinta dato che ospita, nel suo microscopico ventre, una piccola figlioletta che nascerà dopo poco. Il fenomeno è facilmente osservabile in primavera quando notiamo, in pochi giorni, svilupparsi una popolazione enorme da pochi iniziali individui. Il secondo grande svantaggio consiste nella loro dieta fortemente sbilanciata a favore degli zuccheri. Questo è motivo per cui, attraverso un organo chiamato “camera filtrante”, vengono separate le proteine dagli zuccheri, il cui eccesso viene eliminato tramite un sostanza che prende il nome di melata. Per conoscere questa sostanza è sufficiente parcheggiare la macchina sotto un tiglio in primavera: dopo poche ore si ricoprirà di una sostanza appiccicosa e zuccherina.

Grazie ai due meccanismi gli afidi sono in grado di generare un quantitativo di figli mostruosamente alto. Quanto mostruoso? Lo vedremo la prossima settimana! E capiremo come usare la lotta biologica per frenare questa orda selvaggia.